C’era lontano
un lustro di lampioni
e nei cieli,
sul cerchio della terra,
vedesti la tua immagine
stretta nel mare
da un piacere ignoto.
Il bacio mio ti consacrò al patto,
libero e forte
come onda di mare.
Cantai la gioia
alle porte di San Marco
perché vidi l’eletto fra mille.
Precedeva con briglie di diamante
il superbo leone,
anche il violento maestrale dileguò
e la terra divenne un santuario.
Ciò ch’egli disse
eternamente echeggia
in quest’anima.
E il leone lo salutò amico.
Prodigiose,
splendide,
le stimmate egli porta degli eroi.
Nel Palazzo centrale del mondo
eterna splende
la Parete del Paradiso.
Ed ecco, ogni cosa,
tutto lo rapì egualmente
e il primo gruppo di gondole nere
che gli apparvero sul canale
gli sembrò più bello
d’una aurora tutta porpora e oro,
dello scintillio regale del bucintoro.
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